L’11 luglio 2024, l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) ha pubblicato la sua terza indagine sulle esperienze e le percezioni dell’antisemitismo delle persone ebree in Europa.[1] Condotta da gennaio a giugno 2023, l’indagine ha coinvolto quasi 8.000 ebrei di età pari o superiore a 16 anni provenienti da 13 Paesi dell’Unione Europea.[2] Precedente agli eventi del 7 ottobre[3] l’indagine sottolinea la persistenza dell’antisemitismo in Europa e dimostra gli effetti negativi che esso ha sul benessere degli individui e delle comunità ebraiche e sui più ampi sforzi di coesione sociale. Le indagini FRA sono particolarmente importanti in quanto offrono dati completi dal punto di vista delle persone più colpite e permettono di fare confronti nel tempo. I dati forniscono inoltre ai governi degli Stati Membri dell’UE informazioni importanti per sviluppare e attuare risposte puntuali.

I dati dell’indagine FRA per l’Italia[4] mostrano che occorre fare di più per garantire che le persone ebree nel Paese possano vivere apertamente la loro identità ebraica e sentirsi al sicuro nella società. Infatti, il 98% degli intervistati ha dichiarato di aver incontrato l’antisemitismo nella vita quotidiana nell’anno precedente l’indagine e il 75% ha affermato di evitare di indossare simboli ebraici in pubblico almeno occasionalmente. Questo dato è in linea con i risultati complessivi di altri Paesi europei. Inoltre, il 39% delle persone in Italia teme di subire molestie e il 28% teme che un familiare o un amico possa essere aggredito fisicamente. Tuttavia, nonostante questo contesto preoccupante, la maggioranza degli intervistati decide di non denunciare alcun tipo di discriminazione, molestia o violenza antisemita.

Il problema dell’under-reporting – mancanza di denuncia – degli episodi di antisemitismo

L’indagine indica che l’under-reporting (mancanza di denuncia) è comune tra gli intervistati ebrei in Italia: solo il 34% ha segnalato molestie antisemite, mentre il 29% ha segnalato antisemitismo online. Per quanto riguarda la discriminazione, il tasso di segnalazione in Italia è del 9%.

Il lavoro della CEJI in Italia

“A tutte le persone ebree in Europa deve essere garantito il pieno godimento della vita democratica e della cittadinanza. Un maggiore coordinamento di tutti gli attori istituzionali e della società civile impegnati nella lotta all’antisemitismo è essenziale per migliorare le risposte dei governi. Il riconoscimento del contributo ebraico alle società europee e la promozione della vita ebraica sono pilastri essenziali per superare i pregiudizi e creare spazi inclusivi in cui le comunità ebraiche possano prosperare.”
– Melissa Sonnino, Senior Programme Manager della CEJI e Direttrice della Rete Facing Facts.

CEJI – A Jewish Contribution to an inclusive Europe[5] lavora per supportare governi nazionali e organizzazioni della società civile a migliorare le loro risposte all’antisemitismo. Un’attività di punta è NOA-Networks Overcoming Antisemitism,[6] che ha pubblicato una serie di Pagelle nazionali che analizzano le misure governative per combattere l’antisemitismo e promuovere la vita ebraica. Alcuni risultati chiave della Pagella nazionale italiana sono stati la necessità di migliorare i sistemi di registrazione dei crimini d’odio e la necessità di aumentare la formazione degli insegnanti e dei funzionari delle autorità pubbliche sull’antisemitismo e i discorsi d’odio.
Le raccomandazioni includono:

  1. Sviluppare una lista ufficiale di indicatori di pregiudizio antisemita per il contesto italiano e diffonderla in tutto il sistema delle forze dell’ordine.
  2. Migliorare lo scambio di dati tra agenzie pubbliche, istituzioni ebraiche, comunità e organizzazioni della società civile collaborando a diverse attività.
  3. Migliorare la formazione delle forze dell’ordine attraverso un migliore utilizzo delle risorse formative esistenti. La formazione dei professionisti della giustizia penale dovrebbe fare riferimento alla definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA.[7]

Il lavoro della CEJI in Italia si concentra sulla collaborazione con gli stakeholder locali.  Lavorando con le forze dell’ordine e gli insegnanti, tra gli altri, e sostenendo gli sforzi per affrontare l’odio online. Le attività comprendono:

  1. Formazione delle forze dell’ordine
    • Per migliorare l’identificazione e la registrazione dei crimini d’odio, nel 2019 CEJI,[8] , in collaborazione con l’Osservatorio governativo per la sicurezza contro gli atti di discriminazione (OSCAD), ha sviluppato un corso sui crimini d’odio per le forze dell’ordine, attualmente disponibile sulla piattaforma online dedicata alle forze dell’ordine SISFOR. [9]
    • L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, UNAR[10] coordina il progetto finanziato dall’UE Lotta all’antisemitismo attraverso attività di formazione e sensibilizzazione (FADE),[11] con la partecipazione attiva di CEJI, FADE mira a standardizzare la segnalazione dei crimini e dei discorsi d’odio antisemiti e a migliorare la cooperazione tra le istituzioni e la società civile
  2. Formazione di insegnanti ed educatori – Nel 2025, la CEJI lancerà in Italia il programma Overcoming Antisemitism Formazione di Formatori[12] in lingua italiana, che fornirà ai partecipanti  consapevolezza, competenze e strumenti per contrastare i pregiudizi antisemiti e creare ambienti inclusivi nelle scuole, nelle amministrazioni pubbliche e negli ambienti di lavoro.
  3. Affrontare l’antisemitismo online – Al fine di formulare raccomandazioni per migliorare la collaborazione nel settore, il progetto CEJI, Facing Facts,  ha commissionato un Policy Brief sul Digital Services Act (DSA) dell’UE.[13] Nel documento l’AGCOM, il Coordinatore nazionale DSA,[14] e il Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo sono incoraggiati a rafforzare il dialogo tra l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), le organizzazioni della società civile (OSC), le piattaforme di social media e altri soggetti coinvolti nel monitoraggio dei social media. Questi stessi attori sono inoltre incoraggiati a sostenere l’iniziativa della Commissione di rendere i crimini d’odio e i discorsi d’odio crimini dell’UE in seno al Consiglio europeo.

Abbonatevi alle newsletter della CEJI e di Facing Facts per seguire le novità sulle notizie, le politiche e gli eventi contro la discriminazione in Europa. Per ulteriori informazioni, contattare facingfacts@ceji.org e ceji@ceji.org.

SCHEDE DI VALUTAZIONE NOA SINTESI ESECUTIVA

Conclusione della Sintesi della Report Card NOA per l’Italia


[1] “Esperienze e percezione dell’antisemitismo da parte degli ebrei”, Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, Vienna, 2024: https://fra.europa.eu/sites/default/files/fra_uploads/fra-2024-experiences-perceptions-antisemitism-survey_en.pdf.

[2] I Paesi partecipanti sono Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Svezia e Ungheria.

[3] Le consultazioni con le comunità ebraiche nei mesi di gennaio e febbraio 2024 hanno mostrato che il numero di attacchi antisemiti denunciati – tra cui molestie personali, intimidazioni e violenze – è aumentato drasticamente in tutti i Paesi dell’indagine. Per ulteriori informazioni, si veda pag. 67 del rapporto.

[4] In Italia, 472 ebrei hanno completato l’indagine. La popolazione ebraica stimata nel Paese è di 34.150 persone. Per i dati del Paese italiano, vedere: https://fra.europa.eu/sites/default/files/fra_uploads/antisemitism_survey_2024_-_country_sheet_italy_0.pdf

[5] Vedi: https://ceji.org/

[6] Vedi: https://www.noa-project.eu/

[7] Vedi: https://holocaustremembrance.com/resources/working-definition-antisemitism

[8] Vedi: https://www.facingfacts.eu/

[9] Il corso non è obbligatorio. Per saperne di più, vedere: https://www.facingfacts.eu/blog/facing-facts-italy-s-experience/

[10] Vedi: https://www.unar.it/portale/

[11] La formazione dei giudici e delle forze dell’ordine è anche parte del progetto FADE, finanziato dall’UE, che l’UNAR coordina con la partecipazione dell’Ufficio nazionale per la lotta all’antisemitismo e di stakeholder quali UCEI, CEJI e Fondazione CDEC. Per maggiori informazioni, si veda: https://www.unar.it/portale/web/guest/progetto-f.a.d.e.

[12] Vedi: https://www.noa-project.eu/train-the-trainer/

[13] Vedi: https://www.facingfacts.eu/facing-facts-policy-brief/

[14] Il Digital Services Act (DSA) è una normativa dell’UE che mira a creare un ambiente online più sicuro per i consumatori e le aziende, creando una serie di norme volte a prevenire le attività illegali e dannose online e a limitare la diffusione della disinformazione. Vedi: https://eur-lex.europa.eu/EN/legal-content/summary/digital-services-act.html